Una ricerca dell’Associazione Italiana Editori sulle “abitudini di studio all’Università”, presentata all’inizio di febbraio alla Camera dei Deputati, segnala un problema molto serio: quattro universitari su dieci non aprono libro prima dell’esame, preferendo “altri materiali” che un tempo sarebbero bastati giusto per ripassare. La tendenza si sta imponendo in tutti gli atenei italiani, con i manuali acquistati (neanche sempre) per esami dai 6 crediti in su e altrimenti sostituiti da riassunti, slide, registrazioni.

In sostanza, sempre più studenti si lasciano guidare dalla logica del minimo sforzo, accontentandosi di quello che è stato giustamente definito «un sapere fragile». Ma è facile intuire il rischio che questo tipo di preparazione, che ha come unico scopo quello di passare l’esame, sia destinato a non reggere l’urto del tempo, tanto più oggi che il mercato del lavoro è in così rapida, e imprevedibile, evoluzione.

Fonti: AIE, Corriere della Sera


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© Gianluca Sposito