C’è una campagna di comunicazione politica a mio avviso impostata piuttosto male.

Ne parlo solo perché lo strumento utilizzato (male, appunto) vorrebbe essere uno strumento della scienza retorica, l’antitesi, che nella sua esecuzione diventa però una fallacia pericolosissima: quella del falso dilemma.

Cerco di spiegarmi: l’antitesi, come figura retorica, consiste nella contrapposizione di idee espressa mettendo in corrispondenza parole (o frasi) di significato opposto o in contrasto, ovvero polarità concettuali più o meno nette. Ad esempio, l’utilizzo dei concetti di vita/morte, bello/brutto, giorno/notte ecc. La finalità è quella di rafforzare il concetto espresso.

Ecco quindi la campagna del PD, denominata “Scegli”, nella quale si contrappongono concetti come discriminazione/diritti, con Putin/con l’Europa, no vax/ scienza e vaccini, combustibili fossili/energie rinnovabili, più condoni per gli evasori/meno tasse per chi lavora ecc. Uno su sfondo scuro e l’altro su sfondo rosso, con la scritta “scegli”.

A parte aver dato luogo ad un ingente quantitativo di ‘meme’ in rete (alcuni molto simpatici – “la pancetta/il guanciale”, “riccia/frolla”, ecc.), la soluzione scelta è di fatto la realizzazione di una fallacia logica (che non appartiene alla retorica buona, ma a quella cattiva): la fallacia del falso dilemma (o detta anche della falsa dicotomia). Cioè quella esemplificata dall’invito “O con me o contro di me”. È la tecnica della polarizzazione, utilizzata in assenza di contenuti da utilizzare per un’argomentazione. È il tagliar corto, convinti di poter stuzzicare emotivamente il prossimo, generando consenso basato sull’emotività. Solo che è una tecnica tipica dell’immediatezza, caratterizzata da velocità d’esecuzione, dall’istantaneità. Può funzionare in un dibattito veloce, ma non può caratterizzare un’intera campagna comunicativa, perché l’effetto emotivo scema e chi legge o ascolta pensa che poi nella vita non sempre ci sono solo due alternative, o che l’altra alternativa non è così peggio o non è rappresentata correttamente nel dilemma posto, e via dicendo.

Insomma, “l’è tutto sbagliato”…

Bisognerebbe invece ricordare a tutti i presunti guru della comunicazione politica che anzitutto dovrebbero studiare e riflettere un po’ di più; poi, che la retorica, se la si conosce, insegna anzitutto a ‘costruire’ i concetti, lavorando sui contenuti, e a trasmetterli con efficacia, rendendoli persuasivi.

Qui (e non mi riferisco solo al PD) vedo prevalentemente fuochi pirotecnici. Che, come si sa, poi si spengono e lasciano cenere ovunque.


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