È già partita, ieri, l’invasione di fallacie argomentative che ha per oggetto l’assoluzione di Silvio Berlusconi. La fallacia argomentativa, come spiego spesso, nel ragionamento produce lo stesso effetto di una illusione ottica: sembra funzionare ma, se la si analizza meglio, nasconde un ragionamento solo apparentemente corretto.

Nel caso specifico, viene sostenuto che Berlusconi sia stato assolto, con formula piena, e se ne fa derivare la rappresentazione di un uomo nuovamente ammantato di candore, vittima del sistema giudiziario.

Eccola qui, la fallacia argomentativa: per la precisione, una fallacia della generalizzazione affrettata. Sì, perché la sentenza di ieri assolve Berlusconi per un mero tecnicismo, e non per una valutazione dei fatti: non aver sentito le “ragazze di Arcore” come indagate e aver dichiarato inutilizzabili in dibattimento le loro dichiarazioni, scrive il tribunale (utilizzando una sorta di motivazione breve per una corretta comunicazione istituzionale), “incide sulla stessa possibilità di configurare sia la falsa testimonianza, sia la corruzione in atti giudiziari”. Cioè, spiegato ancora di più: se le ragazze non hanno la qualità di testimoni, non ci può essere l’accusa (per loro) di falsa testimonianza. Inoltre, non possono essere qualificate come pubblici ufficiali e questo fa cadere l’accusa di corruzione in atti giudiziari (per Berlusconi, l’ipotizzato corruttore).

Questa è la realtà giudiziaria. Che non può però diventare – attraverso uno strumento pericolosissimo come una fallacia argomentativa – un mezzo per imbiancare ciò che rimane del suo colore. Come le condanne – per i medesimi fatti, ma accertati in un dibattimento pieno – di Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede.

Il problema che pongo non è valutare l’uomo, il politico o l’indagato, che ieri ha beneficiato di una assoluzione, ma sottolineare uno strumento pericolosissimo, come la fallacia, che quotidianamente viene utilizzato per distorcere, confondere, ingannare.

Quanti cittadini, da oggi, ne saranno ancora una volta vittime?

Conoscere la logica e la retorica aiuta tutti noi a non commettere questi errori e a difenderci da chi, invece, ne approfitta.


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