Ne avevo già parlato, a proposito del “carico residuale”. Oggi invece sono a commentare le recenti manifestazioni: “vocazione alle partenze” dei migranti, e ancora “La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”.

Il linguaggio del Ministro Piantedosi è un linguaggio burocratico, caratterizzato da un registro formale, che si spiega guardando il suo curriculum. Prima di scendere nel merito delle espressioni utilizzate, occorre chiedersi: è corretta la scelta di questo linguaggio durante lo svolgimento del nuovo ruolo? Un Ministro dell’Interno che parla con giornalisti o, comunque, con chi possa poi portare all’esterno le sue parole dovrebbe adottare altro tipo di comunicazione. Formale, istituzionale, ma di certo non burocratica. E questo a prescindere dal fatto che sia un tecnico o un politico.

A ciò si aggiunga che la delicatezza di certi argomenti possono rappresentare contesti particolarmente scivolosi per chiunque (e, dunque, va soppesata con attenzione qualunque scelta – anzitutto quella di parlare; poi, quella del linguaggio adottato).

E veniamo, infine, alle espressioni di ieri: “vocazione alle partenze” dei migranti e “La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”. L’errore di Piantedosi è nell’aver cercato di abbandonare il consueto linguaggio burocratico, odioso ma che padroneggia bene, cercando di essere comunicativo e umano (empatico). Ha dunque preso l’informazione/problema di base (i migranti che partono) e le ha aggiunto un po’ di rispetto per la famiglia e l’amore verso i figli (com’è possibile che li si metta su barche simili?), temi umanissimi e sempre cari anche a questo Governo.

Risultato finale? Un organismo verbale geneticamente modificato. Una frase-paradosso. Sì, perché, se solo ci si pensa, ha detto che questi migranti sono così disperati da mettere in pericolo anche le vite dei figli. E non sarà proprio così?

Il Ministro ha voluto fare di un pezzo di legno un bambino. Ma questo è riuscito solo a Collodi con Pinocchio.

Insomma, signor Ministro, era meglio il burocratese puro. O non parlare.

p.s. mi rivolgo ai fanatici della politica: non cominciate a commentare che sono pro o contro questo o quello. Io leggo e osservo, e rifletto (da tecnico). Fatelo anche voi: è un segno della libertà di cui dobbiamo andare fieri.


Articolo visibile anche su: LinkedIn, Facebook.