Certo, rispetto qualunque scelta, tanto più di questo tipo, così personale. Ma non riesco a non chiedermi: che prospettiva ha, di sé, un padre di 82 anni? Che padre potrà mai essere? Non parlo solo dell’energia che potrebbe meravigliosamente richiedergli un bambino, ma soprattutto del futuro di questo bambino.

Un padre di 82 anni è un padre che ha già scelto di privare, statisticamente prima di altri, il figlio della sua importante presenza. Lasciandogli un labile ricordo ma un patrimonio ben più duraturo? Sarà anche così, ma continuo a temere che fare un figlio troppo avanti negli anni non sia un atto d’amore ma una manifestazione di egoismo e di onnipotenza.

 

 

 


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