92 anni, 17 miliardi di patrimonio e ora il matrimonio numero 5: c’era proprio bisogno?
Premesso, sempre, che ognuno fa quel che vuole se non fa male agli altri, mi chiedo cosa possa spingere le persone, ad una certa età sopratutto, ad inanellare una serie di matrimoni. Nel caso di Rupert Murdoch, solo 18 mesi dopo la fine del precedente.
L’inevitabile accordo prematrimoniale rende poco credibile qualunque motivazione economica, soprattutto da parte del partner più debole. E anche la necessità di garantire una successione “in costanza di matrimonio” non è un’esigenza realistica, data l’età dei futuri sposi (92 e 66).
E allora cosa c’è all’origine di tutto? Romanticismo? Psicologia allo stato puro? I cosiddetti matrimoni tardivi sono oramai molto diffusi: vuoi per ragioni economiche (non quelle di Murdoch, per intenderci), vuoi perché da persone mature ci si ritrova solo un po’ avanti negli anni a saper condividere la vita con reciproca soddisfazione. Poi c’è qualche esigenza successoria, e qualche altra puramente simbolica. Insomma, appare tutto comprensibile. E, forse, anche in un caso come questo lo è, visto che il contesto è molto diverso da quello della quasi totalità degli esseri umani.
Va bene, allora evviva gli sposi. Divertente, comunque, l’ammissione del futuro sposo: “Spero sia l’ultimo matrimonio”. Mi pare stia assumendo un giusto grado di consapevolezza del futuro.
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