No, non è reato; ma è frequente e piuttosto spiacevole. Quanti e quali sono i libri che molti fingono di aver letto? “Guerra e pace” di Tolstoj? “Ulisse” di Joyce? “1984” di Orwell? O, piuttosto, “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust?

Sarebbe interessante incrociare i dati: libri citati / libri realmente letti.

Vogliamo poi parlare della pessima figura che si rischia di fare beccando, in una conversazione, qualcuno che quel libro lo ha davvero letto, per intero, e lo ricorda pure?

È, poi, paradossale come si avverta comunque il bisogno di ‘citare’ o di ‘far sapere’ agli altri una presunta superiorità di conoscenze letterarie. Purtroppo, spesso, totalmente fittizia o, al massimo, indiretta e neanche corretta (perché proveniente, magari, da un altro falsario di conoscenze).


Da qui ai “meme” impossibili o scorretti, che affliggono i social, il passo è breve. Però alla gente piace far vedere di sapere, non sapendo. È stato spesso così. Solo che, oggi, è proprio la tecnologia e la rapidità di accesso alle informazioni a favorire il disvelamento (con figuraccia) dell’impavido finto sapiente.

p.s. dobbiamo però ricordare anche di quanto sia altrettanto di pessimo gusto mostrare agli altri, volutamente e fuori contesto, tutto il peso di letture fatte davvero…

p.s. 2: i libri che ho citato non li ho assolutamente letti tutti. Vi lascio nel dubbio…

“Perhaps you would like to rephrase your last answer.”


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© Gianluca Sposito