Al di là di quello che è (o non è) “Caracas” – una storia d’amore sospesa tra realtà e finzione? Un thriller psicologico? – vorrei sottolineare come ancora una volta Napoli sia snodo centrale in tante rappresentazioni cinematografiche degli ultimi anni, ciascuna col suo fascino: da “È stata la mano di Dio” e “Parthenope” di Sorrentino, a “Nostalgia” di Martone (anche questo, come “Caracas”, tratto da un’opera di Ermanno Rea).

Cosa manca, però, in questo contesto?

Forse la rappresentazione della Napoli comune e ‘borghese’ (si può dire?). Perché Napoli non è certo solo malavita e immigrazione, disordine e colori esasperati. E mi chiedo se una forma di rappresentazione neorealistica di altra parte della vita e della società napoletane potrebbe essere altrettanto interessante rispetto a quanto abbiamo visto fino ad ora. Andando ad splorare il “mondo di mezzo” tra l’inferno dei bassifondi, della criminalità e della convivenza con l’immigrazione, e la visione onirica e senza confine temporale di una Napoli che c’è/non c’è.

Insomma, c’è un cittadino napoletano che non vedo molto rappresentato, oggi. È il bancario che ha famiglia e deve organizzare gli spostamenti, è l’avvocato che deve vivere gli uffici giudiziari, è l’insegnante di scuola, è l’impiegato, è il commesso, è l’operaio, è molto altro e molti altri. Dove sono, tutti questi? Li vedo rappresentati solo se sono vittime di estorsioni, violenza e disagi. Ma il resto, quella Napoli che vive e sopravvive in una quadricromia normale, senza eccessi ed esasperazioni, non c’è perché forse potrebbe non interessare quanto una potente contrapposizione tra bande criminali o l’esotica commistione con il mondo portato dagli immigrati.

Eppure, e di questo sono però certo, tutti questi protagonisti silenziosi ma indifferenti per l’occhio cinematografico, interagiscono in modo straordinario con una città che impone modi straordinari per viverla.

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“Caracas” (regia di Marco D’Amore), con Marco D’Amore e Toni Servillo, è disponibile in streaming su Sky.

Foto di copertina: una vista della parte occidentale di Napoli. Sullo sfondo, capo Miseno, Procida e Ischia (fonte: Movery).

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