Parliamo di domande ai testimoni. «Tua moglie lo sa cosa hai fatto?»; «Dal carcere c’è una visuale sul mare stupenda e secondo me a lei col problema che c’ha le fa pure bene..»; «Possiamo impegnarci per farla stare con il caldo che fa al fresco…».
Chi le ha fatte, queste domande? Un PM. Per l’esattezza, si tratta solo di alcune delle frasi pronunciate dal magistrato Michele Ruggiero e rivolte a tre testimoni allo scopo di spingerli ad ammettere di essere al corrente del pagamento di tangenti a un imputato nel secondo filone dell’inchiesta «Sistema Trani». Il magistrato ha, qualche giorno fa, subito una condanna definitiva in Cassazione a sei mesi di reclusione per violenza privata (condanna inflitta anche al collega Alessandro Pesce, ma a 4 mesi di reclusione).
Dopo 3 mesi, pare non sia stato neanche avviato un procedimento disciplinare, e che il magistrato risulti regolarmente operativo, con le stesse competenze e nello stesso ambito territoriale.
Sulla tipologia di domande formulate da questo PM mi piacerebbe anche soffermarmi, per inquadrarle tecnicamente (almeno alcune) in tipiche fallacie argomentative. Ma la questione mi pare necessiti di riflessioni di ben altro tipo…
Della vicenda si è occupata anche “Quarta Repubblica” di Nicola Porro.
Ma del caso Ruggiero non ancora il CSM.
Il Corriere del Giorno
https://www.ilcorrieredelgiorno.it/bari-doppio-processo-per-il-pm-michele-ruggiero-della-procura-di-bari-falsificato-verbale-a-trani/
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© Gianluca Sposito