Ogni tanto do un’occhiata alle recensioni dei miei libri, e questa, quando ho letto “senza perdersi in flashback inutili”, l’ho amata subito.

Sì, perché sapete quanto odio flashback e flashforward nella narrazione (n.b. eventi passati e futuri che spezzano l’ordine cronologico)? Lo sanno molto bene i miei studenti e tutti quelli che seguono eventi di formazione ai quali partecipo.

Non vorrei infatti mai ricadere nella sindrome del narratore Netflix che, nell’accompagnare il pubblico alla ricerca dell’autore del delitto, fa dimenticare chi era la vittima…


Gianluca Sposito, “Ca’ Dario. 500 anni di misteri”
Un palazzo maledetto?
https://edizioni.intra.pro/prodotto/gianluca-sposito-ca-dario-500-anni-di-misteri/

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Ca’ Dario è una storica dimora affacciata sul Canal Grande, a Venezia, inconfondibile tra tutte per la sagoma inclinata (a causa di antichi cedimenti delle fondazioni), gli elegantissimi rosoni e i marmi policromi. Uno dei palazzi più belli e famosi al mondo, accompagnato però da una fama sinistra. Una vera e propria ‘maledizione’ che inseguirebbe i suoi proprietari (e non solo): a partire dagli eredi del suo primo costruttore e proprietario Giovanni Dario, lutti e fallimenti avrebbero segnato le vite di tutti coloro che, nel corso dei secoli, ne sono stati i proprietari o gli si sono solo avvicinati. L’ultimo, l’imprenditore Raul Gardini, è morto suicida nel 1993.

In 500 anni di storia, a questo straordinario palazzo sono stati affibbiati epiteti e nomignoli cruenti e spaventosi: da “la maledizione di Ca’ Dario”, a “il palazzo maledetto” e “la casa che uccide”. Fino a far parlare i veneziani di un “palason sensa el paron”, di un Palazzo che non riesce a trovare un padrone. O, forse, semplicemente non lo vuole.



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© Gianluca Sposito