Oggi parliamo napoletano. Sì, perché non ce la faccio più a leggere di persone che – magari napoletani (all’anagrafe) – scrivono in napoletano come lo dicono o, peggio, inventando forme pseudo-artistiche che nulla hanno a che vedere con la lingua napoletana e il suo corretto uso nella forma scritta, e per lo più ignorando anche la fonte di una citazione.

Prendiamo la celebre frase di Eduardo De Filippo in “Napoli milionaria!” (1945). La ricordate? “Deve passare la nottata”. Come viene riportata dall’autore? Esattamente così:

“Ha da passa’ ’a nuttata”.

Ci sarebbe molto da dire su quest’espressione e sulla sua origine (anche manzoniana), sul suo discostarsi (in realtà) dalla lingua napoletana del primo novecento (la grafia di questa espressione è infatti molto più vicina all’italiano che al napoletano). Ma sta di fatto che l’autore l’ha scritta così e così deve essere riportata! Perché la cattiva abitudine (dei napoletani ma, più in generale, dei faciloni) è quella di non verificare la correttezza di una citazione, o – peggio ancora – andare di fantasia.

E così quella celebre espressione – metafora di un’attesa necessaria, dolorosa ma anche di speranza – nella scrittura assume sembianze assurde, fino ad essere storpiata ed umiliata. Ad esempio, quell’italiano manzoniano “ha da passa’” diventa “adda” o, addirittura “addà” (forme del verbo avere, non corrette).

Nell’attesa di vedere la “Napoli milionaria” con Massimiliano Gallo nel ruolo che fu del grande autore (le riprese, anche notturne, sono in corso proprio in questi giorni), ricordiamo bene una cosa: il napoletano non si scrive come si parla! Se ne facciano una ragione anche i miei conterranei! E tutte le citazioni vanno sempre verificate.

Si deve sempre studiare, non c’è niente da fare…

Immagine di copertina: pagina 162 della prima edizione di Eduardo De Filippo, “Napoli milionaria!”, Einaudi, 1950 – Collezione Sposito



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© Gianluca Sposito