Una delle ultime poesie di Cesare Pavese ha uno dei titoli più struggenti mai creati.

Il grande autore si tolse la vita il 27 agosto del 1950, a soli 41 anni, lasciando un biglietto divenuto esso stesso storia della letteratura:

“Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”

***

“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, 22 Marzo 1950

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

questa morte che ci accompagna

dal mattino alla sera, insonne,

sorda, come un vecchio rimorso

o un vizio assurdo. I tuoi occhi

saranno una vana parola,

un grido taciuto, un silenzio.

Cosí li vedi ogni mattina

quando su te sola ti pieghi

nello specchio. O cara speranza,

quel giorno sapremo anche noi

che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

Sarà come smettere un vizio,

come vedere nello specchio

riemergere un viso morto,

come ascoltare un labbro chiuso.

Scenderemo nel gorgo muti.

***

Qui nell’interpretazione di Vittorio Gassman:



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© Gianluca Sposito