Una delle ultime poesie di Cesare Pavese ha uno dei titoli più struggenti mai creati.
Il grande autore si tolse la vita il 27 agosto del 1950, a soli 41 anni, lasciando un biglietto divenuto esso stesso storia della letteratura:
“Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”
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“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, 22 Marzo 1950
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Cosí li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
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Qui nell’interpretazione di Vittorio Gassman:
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© Gianluca Sposito