DIAMO UN GIRO DI VITE
Lasciando da parte tutte le bozze e i libri che comunque devo leggere nell’esercizio dei miei piacevolissimi poteri di direttore editoriale, ecco il libro che sto leggendo per puro piacere… L’immagine di copertina ne ritrae la copia ‘personale’ sul mio leggio da tavolo (presto abbandonato perché mi piace leggere sprofondato in poltrona, con il libro tra le mani…).

Il significato di base dell’espressione “giro di vite” (traduzione letterale del titolo inglese “The Turn of the Screw”) si riferisce al peggioramento di una situazione negativa. Ma in questo caso la metafora è particolarmente evocativa ed efficace: la visualizzazione della vite che si stringe gradualmente riflette sia il graduale intensificarsi della trama, presentata come una sorta di giallo gotico, ma anche il modo in cui è resa, con incrementi quasi impercettibili di suspense in una sottilissima evocazione degli eventi ma ancor più delle sfumature psicologiche dei sentimenti e degli atteggiamenti dei personaggi.

E la vite, come oggetto materiale, è anche metafora di un’ossessione che penetra lentamente e inesorabilmente. Un costante rafforzamento della tensione drammatica, fino ad un finale da applausi (ne sono consapevole ma faccio finta di non ricordarlo…).

Uno dei più suggestivi racconti del mistero, sempre al confine tra realtà e soprannaturale, che che ha ispirato film e serie tv.


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© Gianluca Sposito