Ieri, durante la mia consueta lezione del mercoledì a Giurisprudenza, ho parlato della comunicazione paraverbale e dell’uso della voce. Quanto ne ignoriamo caratteristiche e possibilità?

Ad esempio, non sappiamo anzitutto distinguere tra timbro, tono e volume della voce.

Per TIMBRO si intende il particolare profilo o carattere distintivo di un suono emesso da una voce. Si tratta, dunque, del registro vocale tipico della persona, anche chiamato colore vocale; sostanzialmente, il timbro è l’elemento che consente di distinguere una voce dalle altre.

Il TONO è invece un indicatore dell’intenzione comunicativa, cioè del senso che si vuole dare a quanto si dice (ad es. tono riflessivo, interrogativo ecc.). Ma ha anche una funzione analoga a quella di un evidenziatore quando leggiamo (ad es., consente di sottolineare determinati concetti o passaggi). Inoltre, può trasmettere (e, dunque, lasciar intravedere) stati d’animo diversi (rabbia, serenità, gioia ecc.).

Il VOLUME, infine, corrisponde all’intensità sonora e serve anch’esso a sottolineare i concetti o a ridestare l’attenzione.

Non dimenticando che già gli antichi retori avevano ben chiare queste distinzioni e la grande potenza che la nostra voce può sprigionare nell’accompagnare un pensiero perché si imprima nella mente di chi ci ascolta.

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Gianluca Sposito, “Le regole del discorso perfetto. Strumenti e suggerimenti per una comunicazione efficace”, Intra, ristampa 2023

Passionate performance of a talented female singer into a microphone. Cubist portrait of a white woman singing or reading poetry on stage

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