Si amarono tanto che finirono per odiarsi, è stato anche scritto. Vero o non vero, certo è che tra il grande regista ed uno dei suoi sceneggiatori di punta (ma anche giornalista e scrittore, primo vincitore del Premio Strega nel 1947) il delitto si consumò su un aereo per Los Angeles.

“8 1/2” di Fellini aveva ottenuto ben 5 nomination agli Oscar (miglior film straniero, regia, costumi, scenografia e sceneggiatura originale), e nell’aprile 1964 si imbarcarono per andare alla cerimonia il regista Fellini, il produttore Rizzoli e gli sceneggiatori Pinelli e Flaiano. Solo che la produzione mise i primi due in in prima classe, e gli altri in classe turistica. Flaiano se ne risentì e ritenne responsabile di questa scelta lo stesso Fellini. Il contrasto apparve da subito insanabile, portando Fellini e Flaiano a non lavorare più insieme, anche se ripresero poi a parlarsi.

In realtà, non fu un caso isolato, ma Flaiano montò una polemica che sentiva giusta: il ruolo dello sceneggiatore non poteva essere così discriminato perché rappresentava indubbiamente un elemento fondamentale, capace di contribuire – e non poco – al successo di opere poi divenute memorabili.

Flaiano era un intellettuale sui generis se paragonato alle mode letterarie dell’epoca: in totale antitesi con il romanzo-fiume novecentesco e con il neorealismo imperante, si esprimeva in elzeviri, aforismi e racconti brevi perché meglio si adattavano alla sua visione acre della vita. Era maestro della satira soprattutto quando era rivolta nei confronti degli ambienti borghesi che frequentava abitualmente. E le sue sceneggiature erano vere e proprie “partiture visuali”.

Non dimentichiamo mai quanto il cinema sia fatto anche da questi straordinari artisti.


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© Gianluca Sposito