Ancora un frammento da “L’oro di Napoli” (di Vittorio De Sica, 1954) restaurato in 4K e presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia.

Questa volta è tratto dal sesto e ultimo episodio, “Il professore”.

Don Ersilio Miccio (Eduardo De Filippo) vende saggezza. Per pochi spiccioli dà consigli risolutivi a fidanzati gelosi, militari innamorati e parrocchiani in cerca di una frase a effetto. Ma il problema del quartiere è come punire lo spocchioso nobile del luogo. Ebbene, in questo caso un “pernacchio” risolverà il tutto. Ma attenzione: non una “pernacchia”, bensì un “pernacchio”, che è ben altra cosa:

 «Figli miei, c’è pernacchio e pernacchio… Anzi, vi posso dire che il vero pernacchio non esiste più. Quello attuale, corrente… quello si chiama pernacchia. Sì, ma è una cosa volgare, brutta… il pernacchio classico è un’arte».

Del resto l’origine del pernacchio è di tutto rispetto. Per alcuni, risalirebbe addirittura al 300 avanti Cristo.

E farlo sembra facile, ma non lo è. È un’arte: «Fondamentale, per una corretta esecuzione, è l’uso della mano: la si deve avvicinare alla bocca arrotolando l’indice sotto il pollice in modo da lasciar libero un piccolo pertugio. Le altre dita vanno mantenute aperte. Nel pernacchio la mano viene tenuta molle, morbida, delicata».

Tutto chiaro? Buona visione e buon pernacchio, se dovesse mai servirvi.

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