Disponibile ancora per pochi giorni su RaiPlay, “L’altra metà della storia” (regia di Ritesh Batra, 2017) è un film da riscoprire. È l’adattamento cinematografico del romanzo “Il senso di una fine” dello scrittore inglese Julian Barnes (vincitore del Booker Prize nel 2011 – pubblicato da Einaudi, 2012).

Tony Webster, divorziato e in pensione, conduce una vita solitaria e relativamente tranquilla, improvvisamente scossa da un lascito testamentario fatto dalla madre di una ragazza, Veronica, che frequentava ai tempi dell’università. La donna gli ha lasciato una modesta somma di denaro e un diario appartenuto ad Adrian Finn, compagno di scuola di Tony alle superiori. Alla ricerca di un “senso”, Tony ripercorre la parte della sua vita legata a quelle persone, dilata il tempo, incerto di fronte all’autenticità dei suoi ricordi, e attento ad analizzare ogni cosa, cosciente della differenza fra il modo in cui ricordiamo gli eventi ed il modo in cui essi si sono svolti realmente. 

L’unica certezza, che la narrazione evidenzia prima di farci intuire come siano andate realmente le cose, è che “qualcosa è successo”, come suggerisce Adrian Finn durante un’interrogazione scolastica.

Il film è una profonda riflessione sulla memoria e sulla narrazione. La memoria seleziona, taglia e compone i ricordi più cari, come un film e come questo film illustra magnificamente. È questo il potere della narrazione: saper reinventare la realtà rendendola, appunto, finzione. Perché in fin dei conti, citando lo stesso Barnes, «la nostra vita non è la nostra vita, ma solo la storia che ne abbiamo raccontato. Una storia che raccontiamo agli altri, ma, prima di tutto, a noi stessi».

Del resto, ricordare è soffrire. E riscrivere la memoria potrebbe essere l’unica strategia di sopravvivenza.

Film da vedere, anche per le belle interpretazioni del premio Oscar Jim Broadbent e di un’algida ed enigmatica Charlotte Rampling, per la musica (altro ponte sospeso tra presente e passato) e una messa in scena del quotidiano estremamente limpida ma illusoria.


No AI Text – Testo realizzato senza l’ausilio di Intelligenza Artificiale / AI text generator


Articolo visibile anche su: LinkedIn, Facebook


© Gianluca Sposito