“Vabbè, si può fare: posso anche cambiare mestiere. Io mi rimetto a vendere le pompe idrauliche, che è un articolo semplice, pacifico e socialmente utile. Le mie 3/400 mila lire al mese le guadagno sicuro, ed è una cifra con la quale una famiglia può vivere anche decorosamente, se si pensa che un terzo del mondo ha un reddito pro capite di 30 mila lire l’anno. Ma non come voi… non come abbiamo vissuto noi fino ad ora… no… non ti pare cara Silvia? E anche voi, miei cari ragazzi? […] Perché vedete… Le guerre non le fanno solo i fabbricanti d’armi e i commessi viaggiatori che le vendono, ma anche le persone come voi, le famiglie come la vostra, che vogliono, vogliono e non si accontentano mai: le ville, le macchine, le moto, le feste, il cavallo, gli anellini, i braccialetti, le pellicce e tutti i cazzi che ve se fregano, costano molto! E per procurarseli, qualcuno bisogna depredare, ecco perché si fanno le guerre!”

Il sempre attuale monologo di Pietro Chiocca (Alberto Sordi) in “Finché c’è guerra c’è speranza” (regia di Alberto Sordi, 1974).

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