Nel 1968 Roman Polanski firmava uno dei suoi film più belli e importanti, nonché uno dei maggiori capisaldi del genere horror, “Rosemary’s Baby”. Tratto dall’omonimo romanzo di Ira Levin, “Rosemary’s Baby” ci raccontava la traumatica gestazione di una giovane donna che, dopo essersi trasferita con il marito in un lugubre appartamento di Manhattan e aver conosciuto gli invadenti anziani vicini di casa, rimane incinta nientemeno che dell’Anticristo e preda di una vera e propria setta che abita l’edificio. 

Il successo del film ha portato a qualche tentativo di sequel. E oggi, con “Apartment 7A”, ad un vero e proprio prequel.

Il film inizia nel 1965, quando la ballerina in ascesa Terry Gionoffrio si infortuna durante uno spettacolo compromettendo seriamente il suo futuro nella danza. Rifiutata ai provini per uno spettacolo di Broadway perché ormai identificata come “quella che è caduta”, Terry tenta di approcciarsi direttamente con il produttore dello spettacolo, Alan Marchand, e per questo lo segue nella palazzina dove abita, ma un malore le fa perdere i sensi e si risveglia nel letto di Minnie e Roman Castevet, due anziani gentili che l’hanno soccorsa…

Un film girato quasi esclusivamente in interni, quelli del fantomatico “Bramford Building”. Ed è proprio su questo che vorrei soffermarmi: già nel film di Polanski questo edificio era, in realtà, il celebre Dakota Building. Si tratta di uno dei più famosi edifici di New York, costruito tra il 1880 ed il 1884. Si trova nell’Upper West Side di Manhattan, ed è considerato un vero e proprio monumento dello spettacolo, per tanti motivi. Innanzitutto, perché da sempre è scelto da star del cinema e della musica, che fanno a gara per abitarci. Ma, nel 1968, non fu possibile neanche girare le scene del film: la produzione dovette limitarsi agli esterni, non avendo ricevuto la richiesta autorizzazione dal potente ‘comitato’ di inquilini (le scene degli interni degli appartamenti furono girate successivamente ai Paramount Studios di Hollywood). Anche per il prequel, del resto, nulla è stato consentito e tutto ricostruito.

Il Dakota pare sia stato teatro di riti satanici, legati al celebre esoterista Aleister Crowley (fondatore del moderno occultismo nonché fonte di ispirazione per il satanismo). E fu qui che, nel 1980, nel portone di ingresso, John Lennon fu ucciso da un fanatico l’8 dicembre 1980.

Insomma, una fama sinistra aleggia intorno a questo edificio da sempre. Volete saperne di più?

“Overlook: Case da incubo e dove trovarle” di Gianluca Sposito, Intra, 2023, 324 pp., 20,00 €

Un volume con oltre 380 immagini a colori e contenuti aggiuntivi (localizzazioni Google Maps e documenti audiovisivi) accessibili tramite l’utilizzo di codici QR da inquadrare con una fotocamera. 50 film (tra il 1944 ed il 2020) tutti caratterizzati dalla presenza, forte e centrale, di una ‘casa’. Ovviamente non una “casa-dolce-casa”, ma una “casa spaventosa”: infestata, stregata o maledetta che sia.


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