
Alcuni protagonisti del cinema (italiano ma non solo) si prendono tremendamente sul serio. È normale: la fama e la gloria spesso appesantiscono. Ma per fortuna esistono momenti come quello di Alessandro Borghi nella prima puntata di “In & Out” su Tv8, in cui l’attore ride di sé – e spazza via pretese e pose autocelebrative.
La sua gag sulla (finta) premiazione dei David di Donatello è autoironica e divertentissima: un gesto satirico che sdrammatizza un ambiente spesso ipocrita, fatto di sorrisi e “siamo tutti amici” mentre sotto cova una competizione feroce.
Straordinario il momento in cui un maltrattato addetto viene chiamato per consegnare il (finto) David a Borghi, che gli allunga 10 euro (attenzione: vedete e ascoltate fino alla fine, perché non finirà proprio così…).
https://youtu.be/jSE6FVC_kyk?si=rDOeb7JfclABedxI
Ma la mania di protagonismo delle star non è certo solo un “vizio” italiano. E anche altrove esistono degli antidoti, in possesso di molte star che hanno dimostrato ironia e umiltà. Come Robin Williams, che nel 2003, alla premiazione dei Critics’ Choice Awards 2003, è in nomination con Jack Nicholson e Daniel Day-Lewis, che vincono ex-aequo il premio per il miglior attore protagonista. Allora Nicholson, chiamato sul palco (diretta TV), invita Williams a fare il discorso per lui. Tutto da vedere. Vi ricordo solo le ultime parole del suo improvvisato e straordinario discorso:
“Grazie, voglio ringraziare Jack Nicholson e Daniel Day-Lewis per avermi dato questo foglio. Ci sono scritti i loro nomi, non il mio. E sono contento di essere rimasto fuori da questo gruppo incredibile. Voglio ringraziare Jack perché per me è il più grande attore e Daniel Day-Lewis, il più grande attore, e io sono solo un attore peloso. È stata una serata meravigliosa, venire qui senza aspettative, andarsene senza aspettative. È stata una serata buddista. Grazie.”
https://youtu.be/4wyf77hCnD0?si=_UAvLv35VjDsAXE_
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© Gianluca Sposito
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