
“Migliori nemici” (2019), diretto da Robin Bissell, è un film che esplora le tensioni razziali nell’America degli anni ‘70, focalizzandosi sull’incredibile trasformazione di un membro del Ku Klux Klan e sulla sua improbabile amicizia con un’attivista afroamericana. Basato sul libro “The Best of Enemies: Race and Redemption in the New South” di Osha Gray Davidson, il film racconta la storia vera di Ann Atwater (interpretata da Taraji P. Henson), una determinata attivista per i diritti civili, e C.P. Ellis (Sam Rockwell), presidente locale del KKK, che si trovano a collaborare durante una “charette” per decidere sulla desegregazione scolastica a Durham, Carolina del Nord, nel 1971.
Rispetto al libro, il film semplifica alcuni eventi e relazioni per esigenze narrative, concentrandosi principalmente sul rapporto tra i due protagonisti.
Le interpretazioni di Henson e soprattutto Rockwell si distinguono per profondità e autenticità, riuscendo a trasmettere la complessità emotiva dei personaggi e la loro evoluzione personale. Forse il film tende a seguire schemi narrativi prevedibili, tipici dei drammi storici incentrati sulla riconciliazione razziale, senza offrire nuove prospettive sul tema: una narrazione lineare ma comunque efficace che offre una rappresentazione toccante di una storia vera di redenzione e cambiamento, mettendo in luce come l’empatia e il dialogo possano superare barriere apparentemente insormontabili.
Un messaggio potente sull’importanza della comprensione reciproca in tempi di divisione.
“Migliori nemici” è disponibile in streaming su Netflix e Amazon Prime.
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Testo di © Gianluca Sposito. Tutti i diritti riservati.
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