Non potete neanche immaginare quante sentenze siano affette da fallacie argomentative. Nel ragionamento la fallacia produce lo stesso effetto di una falsa percezione visiva: sembra funzionare ma, se la si analizza meglio, nasconde un ragionamento solo apparentemente corretto.

Le fallacie arrivano ad affliggere, appunto, anche il contesto giudiziario, fino a dare corpo al concetto di “manifesta illogicità” e ad interessare la Suprema Corte.

La fallacia del ragionamento circolare è una delle fallacie argomentative più diffuse in ambito giudiziario, con numerosi casi che hanno gravato processi anche celebri e prodotto danni enormi. Si tratta di quella tipologia che ha consentito e consente, troppo spesso, di promuovere un semplice sospetto in un indizio che finge di essere prova.

Se deve apprezzarsi la capacità della Corte di Cassazione e dei suoi membri di riuscire, spesso, a individuare e a stigmatizzare le fallacie delle argomentazioni loro sottoposte, va però anche ricordato che il problema sussiste e denota errori anzitutto metodologici, nonché l’assenza di adeguata formazione in discipline come la logica e la retorica.

Approfondisco questo delicato tema in un articolo appena pubblicato per la rivista “Cultura giuridica e diritto vivente”:
Gianluca Sposito, “Tra indizio e sospetto. I danni della fallacia del ragionamento circolare nel sistema giudiziario”, in “Cultura giuridica e diritto vivente”, 10 marzo 2023 – DOI: 10.14276/2384-8901/3695
https://journals.uniurb.it/index.php/cgdv/article/view/3695/3235


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© Gianluca Sposito