Oggi, per festeggiare i miei cinquant’anni, voglio regalarvi io qualcosa: un brevissimo racconto scritto per l’occasione. Per riflettere, sempre, sul tempo e sulla sua importanza. Comunque.

Grazie a tutti quelli che amano sé stessi e gli altri.

IL RINVIO
“L’ingresso era un po’ anonimo. Di fianco alla porta, una piccola targa rettangolare indicava che era nel posto giusto: “Ufficio rinvii anagrafici”.
“Buongiorno”: lo aveva preceduto una signora giovanile e cordiale.
“Buongiorno”, rispose forse perplesso.
“Ha bisogno di noi?”
“Sì, credo di sì.”
“Si tratta di un rinvio annuale o pluriennale?”
“Non saprei… è il primo… cosa mi conviene fare?”
“Dipende tutto da lei: se già sa che l’anno prossimo si troverà nella stessa situazione, può farlo almeno biennale, e poi valutare.”
“Non più di due anni?”
“No, assolutamente, perché in passato ci è capitato di avere ripensamenti e diventa poi complicato.”
“Va bene, allora proviamo a farlo solo annuale.”
“Bene. Ha portato tutto quello che occorre?”
Scattò desideroso di mostrare il faldone di documenti che aveva con sé, poggiandoli sul bancone e illustrandoli meticolosamente.
“Queste sono tutte le foto, in ordine cronologico… qui invece c’è la descrizione per ciascun anno delle case, dei luoghi di lavoro… coi riferimenti… i dati che avete richiesto… e qui tutti i documenti di identità.”
“Sì, sì, molto bene. Ha indicato preferenze?”
“Per cosa?”
“Per l’anno al quale intende rinunciare.”
 “In verità, no.”
“Allora verrà individuato da un algoritmo sulla base dei dati forniti.”
“Quindi mi verrà tolto in automatico?”
“Sì, e non dovrebbe avere grosse ripercussioni. Forse qualche ricordo in meno.”
“Bene.”
La signora giovanile osservò i documenti e poi, di scatto:
“Aspetti: qui non è compilata la parte sulla motivazione.”
Rimase fintamente sorpreso.
“Ah… devo proprio indicarla?”
“Certo.”
“Va bene…”
Prese di nuovo il foglio. Scrisse lentamente qualcosa. La giovanile signora lo riprese e lo lesse tra sé e sé. Poi:
“Capita spesso, sa? Molti cercano di evitarlo. Ultimamente, poi, abbiamo avuto anche casi di persone che non vogliono raggiungere nemmeno 30. Sta diventando una prassi molto diffusa! Ma nel suo caso, 50, è piuttosto normale.”
“Non pensavo…”
“Non si preoccupi: vedrà che da domani si sentirà più leggero.”
“Lo spero.”
Uscì salutando, rasserenato.
Fuori dal portone, fu come investito da un meraviglioso profumo di pasticceria. Non era tanto la fame, quanto piuttosto una strana sensazione che lo assaliva: un piacevole ricordo, inizialmente difficile da individuare. Poi, d’improvvisò, ricordò bene quella domenica di primavera, la mano della madre, e quel dolce non solo profumato. Si fermò per un attimo. Solo un brevissimo istante, poi rientrò precipitoso nel portone.”

@ 2023 Gianluca Sposito


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