
“Eterno visionario”, diretto da Michele Placido, è un film necessario.
Non solo perché restituisce al grande pubblico un lato poco conosciuto di Luigi Pirandello, ma perché lo fa con passione, grazia e un coraggio non comune nel raccontare la fragilità di un genio.
Il film è un viaggio onirico e sensoriale, pieno di passione e vitalità, capace di entrare nelle pieghe più intime dell’uomo oltre l’autore.
Vediamo un Pirandello tormentato, diviso tra passato e presente, logorato dai ricordi e dalle ossessioni, incastrato in rapporti familiari dolorosi e mai pacificati.
Da una parte, Antonietta, la moglie affetta da gravi disturbi psichici.
Una figura dolorosa e centrale, resa sullo schermo da Valeria Bruni Tedeschi con una potenza drammatica rara: l’attrice porta alla luce una Antonietta inquieta, paranoica, intensamente umana.
Una prova attoriale straordinaria, che da sola merita la visione.
Dall’altra, Marta Abba, la giovane attrice musa ispiratrice e ultimo amore intellettuale di Pirandello, simbolo della sua fame di assoluto.
In mezzo, un uomo. E una mente.
Un innovatore autentico, così avanti da non essere compreso in pieno dai contemporanei, un artista che ha scardinato convenzioni, identità, realtà, teatro.
Fabrizio Bentivoglio è, come sempre, una garanzia: dà corpo e voce a un Pirandello complesso, misurato, in costante disequilibrio tra rigore e tormento.
Un film che non racconta un’agiografia, ma scava, mette in dubbio, umanizza. E che, finalmente, ci fa vedere Pirandello da dentro.
“Eterno visionario” è disponibile su Sky.
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