Una Lotus acquatica? Effetti speciali? Ma no… Tutto verissimo.

La Lotus Esprit è, senza dubbio, uno dei modelli più iconici e longevi nella storia del marchio, un’auto che ha definito l’immagine della supercar britannica per quasi tre decenni.

Nessun’altra auto è così legata al nome di James Bond quanto la Lotus Esprit, seconda solo all’Aston Martin DB5. La sua apparizione in “007 – La spia che mi amava” (The Spy Who Loved Me, 1977) è leggendaria. La Esprit S1 bianca del 1976, targata “PPW 306R”, non era solo un’auto, ma il ‘gadget’ definitivo. Durante un inseguimento mozzafiato, per sfuggire a un elicottero, Bond (Roger Moore) si lancia da un molo e l’auto si trasforma in un sottomarino.

Soprannominata “Wet Nellie” dalla troupe, la vettura subacquea fu costruita realmente dalla Perry Oceanographic per circa 100.000 dollari dell’epoca. Era un “wet sub”, cioè si allagava all’interno e richiedeva ai piloti – due sommozzatori della Navy SEAL – di indossare attrezzatura da sub.

Ma la sua storia è ancora più affascinante, passa per un’asta “alla cieca” e, poi, per le mani di Elon Musk…

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© Gianluca Sposito


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