Sapete cos’è un font e perché è un importantissimo strumento comunicativo? Il font è un insieme di caratteri tipografici accomunati dallo stesso stile grafico. Ne vediamo di tutti i tipi ogni giorno sui social media, su libri e quotidiani, sui prodotti che acquistiamo. Ad esempio, se un marchio vuole comunicare al meglio la sua identità, dovrà sfruttare adeguatamente questo tipo di comunicazione visiva.

Pensate a cosa sarebbero stati marchi famosissimi senza quel particolare font! Ad esempio, Vogue, Lancia e Valentino senza il Bodoni; Boss, Yves Saint-Laurent, Armani, Guess e Zara senza il Didot. E poi, come non ricordare il Gill sans della metro londinese? E l’Helvetica di Coca-Cola, Harley Davidson e Skype? E in politica? Ma certo, con il Gotham del “Yes We Can” di Obama!

Però sorge un dubbio: come si dice? Va cioè considerato maschile o femminile? L’Accademia della Crusca ha da tempo posto fine al dibattito, affermando che è corretto usare ‘il’ font per la terminologia informatica e mantenere ‘la’ font per l’ambito tipografico (dal francese medievale ‘fonte’ cioè ‘fusione’ da cui – per assonanza – l’ambito tipografico ne ha assunto il genere femminile).

Se, poi, siete proprio curiosi, questa è l’occasione per ricordare lo spostamento, l’allargamento e la riapertura, a Parma, del primo museo in Europa nella storia dell’arte tipografica, dedicato a Giambattista Bodoni (1740-1813), con oltre 80.000 oggetti esposti.

È nel 1798 che Bodoni rivoluziona l’arte tipografica, quando, ispirandosi a John Baskerville e alla famiglia Didot, inventa l’omonimo carattere che rivoluziona le regole fino ad allora dettate dai font “graziati”. Fino a quel tempo, infatti, i caratteri serif sono del tipo “old style”, ovvero caratterizzati da un contrasto delicato tra linee verticali ed orizzontali, e grazie (ovvero quei trattini posti alle estremità delle linee), leggermente ricurve e raccordate alle aste. Il Bodoni, invece, inaugura un nuovo stile, composto da caratteri con aste orizzontali molto sottili e aste verticali spessissime, con un contrasto molto forte, e grazie sottilissime, dritte e posizionate quasi perpendicolarmente alle aste delle lettere.

L’enfasi emotiva di questo carattere è molto elevata, ed è direttamente proporzionale al suo livello di eleganza e pulizia grafica.
Di sicuro, il Bodoni è uno dei caratteri imprescindibili per la tipografia, e i canoni della sua bellezza sono ben spiegati nella prefazione del “manuale tipografico”, vero e proprio modello dell’arte bodoniana pubblicato dopo la morte del maestro, nel 1818, che descrive la bellezza dei caratteri tipografici con le seguenti parole: uniformità, regolarità, eleganza, nitidezza, buon gusto. E incanto.

Oggi, quando si comunica, in qualunque contesto, non si può dunque prescindere da questo importante abito tipografico. Occorre presentarsi con coerenza tra forma e contenuto, perché quello che diciamo possa essere letto e ascoltato, e rimanere ‘impresso’.


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