Il direttore del New York Times, Joe Kahn: “Qualche giorno fa sono stato nella nostra redazione di San Francisco, e praticamente tutti usano i prodotti dell’intelligenza artificiale. Abbiamo redattori che la mattina a colazione, invece di parlare con la moglie, iniziano la giornata chiacchierando con l’AI per scambiare giudizi sulle idee dei loro articoli” (su Repubblica di oggi, 28 aprile).

Per poi garantire: nessun articolo del New York Times sarà pubblicato senza un controllo umano.

Se questo vale per il più importante quotidiano del mondo, non è certo una garanzia per il resto del mondo dell’informazione, e per il web. Temo passeremo gli anni a venire cercando di distinguere ciò che è umano da ciò che non lo è. Un “Blade Runner” sul piano linguistico e informativo.

Al momento, sul mio blog alla fine dei miei post segnalo questo:

“No AI Text – Testo realizzato senza l’ausilio di Intelligenza Artificiale / AI text generator”.

Più che altro, la mia è una presa di posizione quasi romantica. Ma potrebbe diventare presto la conclusione di un meccanismo, formale, di riconoscimento.

Calvino scriveva, sebbene in altro contesto letterario, che “non c’è linguaggio senza inganno”. Potrebbe diventare pura realtà.


No AI Text – Testo realizzato senza l’ausilio di Intelligenza Artificiale / AI text generator


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© Gianluca Sposito