CEO è l’acronimo inglese per “Chief Executive Officer”, termine che indica (in inglese americano) la figura corrispondente a quella che in Italia è l’Amministratore o l’Amministratore Delegato (AD) (in Inghilterra si usa invece “Managing Director”). Dov’è il problema? Il problema sta nella esigenza, tutta italiana, di usare la parolina “CEO” ogni qualvolta si debba parlare di un “amministratore” di un’azienda italiana.

Perché? In assenza di esigenze linguistiche e tecniche (ad esempio, quella di doversi riferire effettivamente ad una società americana), il ricorso all’acronimo americano indica semplicemente la subordinazione mentale e linguistica dei suoi utilizzatori, convinti in questo modo di alzare il registro della loro comunicazione: di apparire tecnici e internazionali. Sì, perché si tratta sicuramente di quegli stessi soggetti che parlano anche di auditing (anziché di revisione) e di newco (anziché di nuova azienda); e che, sfruttando la generale ignoranza e la credulità degli ignoranti, cercano di dare una falsa rappresentazione di sé. Tra l’inutile (si tratta di anglismi inutili) ed il ridicolo.

Per piacevoli approfondimenti: “È irresistibile l’ascesa degli anglismi?” di Tullio De Mauro, Internazionale, 14 luglio 2016


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