H&M fa un test di intelligenza su 1.500 dipendenti per decidere chi licenziare. Via i cretini, restano i migliori?

Non è proprio così. L’azienda ha deciso di introdurre alcuni test da sottoporre ai dipendenti e l’obiettivo sarebbe consentire alla dirigenza di valutare il livello d’intelligenza e il tipo di personalità degli impiegati (in alcuni settori dell’azienda). E, di conseguenza, determinare il loro futuro. I test aiuterebbero l’azienda a creare una panoramica delle competenze che gli attuali dipendenti possiedono.

La notizia, comunque, sta facendo discutere molto. Forse lo farebbe meno se si trattasse di un test all’ingresso, e non per sapere chi può restare.

Per quanto astrattamente sia possibile accettare l’idea di una valutazione di questo tipo, si deve pensare che va comunque ad impattare su un rapporto, lavorativo e umano, con aspettative e sicurezze maturate, costruito prima e su presupposti diversi (magari senza un test d’ingresso…).

Però colgo l’occasione per prendere in prestito l’idea e proporla per altri contesti lavorativi – penso alla politica e non solo.

Secondo me ci sarebbe da riflettere molto sugli esiti, altrove, di test psico-attitudinali…p.s. mi rivolgo ai fanatici della politica: non cominciate a commentare che sono pro o contro questo o quello. Io leggo e osservo, e rifletto (da tecnico). Fatelo anche voi: è un segno della libertà di cui dobbiamo andare fieri.


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