Ci lasciava il 13 novembre 1974, a 73 anni. Ma lasciava ai posteri un’eredità che è difficile anche solo minimamente condensare in un post, destinato inevitabilmente ad essere parziale e banale.
Vittorio De Sica è stato uno dei grandi protagonisti di alcuni momenti chiave della storia italiana: ha visto e vissuto il dramma delle guerre, la miseria e la ricostruzione, ha osservato le trasformazioni degli usi e costumi di un Paese unito da poco tempo.
Genio versatile di commedia e dramma, è forse l’unico attore-regista – assieme a Charlie Chaplin e a Clint Eastwood – ad aver raggiunto un successo planetario e indiscusso (3 gli Oscar). Ineccepibile sui tre versanti fondamentali nella creazione del film: la sceneggiatura; l’estetica dell’immagine (ripresa/ montaggio) e la direzione attori. E che attori! E lui stesso è stato un attore (e anche un cantante) meraviglioso.
Difficile trovare, oggi, un modo ‘alternativo’ per ricordarlo.
Però potrebbe esserci qualcosa che pochi sanno o ricordano. De Sica, a differenza di molti suoi colleghi, ha frequentato poco la televisione. Unica eccezione nel 1961 in cui, unendo il proprio talento di maestro della recitazione e l’amore per l’infanzia già presente in tanti suoi lavori, si impegna nella serie “Vittorio De Sica racconta”, composta da 24 puntate. Qui ogni settimana raccontava davanti a un caminetto acceso fiabe di tutti i tempi e di tutti i Paesi – da Perrault a Wilde, da Calvino a Andersen, da Basile ai Grimm.
Molte di queste puntate sono disponibili su RaiPlay:
https://www.raiplay.it/programmi/vittoriodesicaracconta
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© Gianluca Sposito