Nel supervisionare un volume dedicato ad Alberto Sordi, in uscita lunedì per Edizioni Intra, mi sono imbattuto (di nuovo) in uno dei suoi film più insoliti e riusciti, tra gli ultimi della sua carriera: “Romanzo di un giovane povero”, regia di Ettore Scola (1995).

Sordi interpreta il signor Bartoloni, un anziano apparentemente sottomesso e vessato dalla dispotica e obesa moglie, ex ballerina di varietà. L’uomo stringe un’insolita amicizia con Vincenzo (Rolando Ravello), un giovane laureato disoccupato e depresso, al quale arriva a proporre — senza mezzi termini — di uccidere per lui la consorte in cambio di denaro. Quando la donna muore davvero, in circostanze misteriose, cadendo da un balcone, Bartoloni fa ricadere tutti i sospetti proprio sul ragazzo.

Il film lascia volutamente irrisolto il mistero: Bartoloni è una vittima delle circostanze o un diabolico e astuto manipolatore? Tutta l’opera si regge sull’ambiguità del personaggio di Sordi, che cela dietro un’aria dimessa e patetica una potenziale, gelida malvagità.

Con questo ruolo, Sordi consegna al suo pubblico un’altra, indelebile maschera: quella di un “mostro” indecifrabile, che costringe lo spettatore a interrogarsi sulla natura del bene e del male che si annida nel cuore dell’uomo comune.

Fu il penultimo (ma grandissimo) ruolo di Sordi.

Il film è disponibile su Amazon Prime Video.

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© Gianluca Sposito


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